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Scopri la storia della leggendaria Coodercaster di Ry Cooder

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Fonte: Fretboard Journal

A ciascuno la sua

Per anni i chitarristi che volevano avvicinarsi al suono prodotto dalla coodercaster (Cooder peraltro in studio ha sempre usato una miriade di strumenti) hanno ignorato il parere e l’esperienza del proprio eroe (se non c’è riuscito lui a clonarla…) trapiantando sulle proprie Stratocaster i pickup di vecchie lap steel e di improbabili chitarre giapponesi.

Si tratta di un’operazione

  • costosa (il costo delle vecchie lap steel, che negli anni ‘80 si compravano sotto i 100 dollari, è cresciuto enormemente e ormai per una Supro in condizioni così così non sempre ne bastano 500, anche grazie al recente “effetto Larkin Poe”),
  • rischiosa (i magneti erano verniciati e su alcuni modelli economici Valco montava un pezzo di legno al posto di uno dei due, con pessimi risultati sonori; altra possibile e frequente disfunzione è costituita dai poli bloccati, in un pickup nel quale la regolazione dell’altezza dei poli è cruciale).

In più è una soluzione che comporta la maledizione a vita da parte di chi come me le vecchie lap steel le suona così come sono, sappiatelo!

 Oggi ci sono però soluzioni più economiche e sicure per “farsi la Coodercaster”.

Coodercaster pronte per l’uso

A quanto mi risulta, ci sono almeno due marchi dai quali comprare una “Coodercaster” bella e pronta.

Eastwood: è unmarchio canadese, che progetta e distribuisce strumenti di fabbricazione orientale (Indonesia, Corea a Cina, a seconda delle linee e dei modelli) ispirati a vecchi modelli introvabili, o progettati da liutai di grido (come la serie Rivolta progettata da Dennis Fano); ha da sempre in catalogo modelli con pickup di ispirazione goldfoil e recentemente, dopo essersi assicurata il marchio Valco, ha dapprima reso disponibile come accessorio un pickup string through simile ai Valco d’epoca (di probabile origine coreana), poi ha lanciato nella sua linea Warren Ellis, che comprende strumenti progettati in collaborazione col noto polistrumentista, una “Coodercaster”.

Lo strumento è disponibile in sunburst e azzurro (guarda caso il colore dell’altra Stratocaster di Cooder) con tanto di gold foil al manico. Altra allusione all’originale è il battipenna “leopardato”. La forma è più Mustang che Strat, ma la scala è quella corretta di 25.5”, non 24” come la Mustang.

Manca però un dettaglio essenziale: il tremolo con le molle, sostituito da un ponte hardtail con tre selle tipo Tele.

Il prezzo che la colloca in una fascia decisamente alta per una chitarra di produzione orientale e la distribuzione quasi esclusivamente online (e dunque senza possibilità di prova in negozio) possono suscitare qualche perplessità, ma la qualità sembra buona e si tratta comunque dell’unica Coodercaster “entry level”.

Per i Cooderiani irriducibili segnalo che nella stessa serie è disponibile anche un mandoloncello elettrico simile per funzione se non per aspetto a quello che Cooder ha ricavato da un vecchio basso Vox.

Waterslide Guitars è un assemblatore californiano di strumenti caratterizzati da parti di alta qualità (corpi e manici scelti e di produzione americana, pickup Lollar, Mojo e Gemini) e finiture relic che produce una vastissima gamma di strumenti ispirati alla Coodercaster, dalle riproduzioni fedeli a strumenti con la tipica elettronica ma con forma Telecaster o Jazzmaster, a volte anche dotati di leve bender (Duesenberg o Certano) per la trasposizione della seconda e terza corda.

Non sono riuscito a trovare altre informazioni (sul sito non c’è un indirizzo e gli strumenti vengono messi in vendita in un negozio virtuale su Reverb).

Alla linea principale (con prezzi oltre i 2000 dollari che variano a seconda di hardware ed elettronica) è stata recentemente affiancata una linea più economica con parti di provenienza asiatica, finiture più spartane ed un solo pickup di alta qualità (solitamente tipo lap steel, Lollar o Mojo), ad un prezzo di 1.250 dollari.

Custom 

Non sono pochi i liutai, anche in Italia, che costruiscono su ordinazione strumenti ispirati alla Coodercaster. Tra costoro il comasco Roberto Reani che offre la tipica combinazione di pickup sui modelli di sua progettazione Bellagio (una offset dal design insieme futurista e retrò) e Tonale (una variazione sul tema Tele disponibile anche in versione thinline).

Consiglierei di rivolgersi a qualcuno che ha già avuto esperienza nella costruzione di strumenti con pickup string through (sempre che si voglia necessariamente seguire questa strada, come vedremo più avanti) perché vincolano necessariamente la geometria di tutto lo strumento.

Nulla vieta, naturalmente, di applicare solo alcune delle caratteristiche della Coodercaster, scegliendo di discostarsene per altri aspetti, ad esempio un diverso pickup al manico o un ponte fisso, una forma diversa o le camere tonali, addirittura una scala più corta che, abbinata ad uno slide in metallo, avrà come risultato un suono più simile a quello di una lap steel: a parte l’imprescindibile pickup al ponte c’è ampio spazio per la creazione di una Mestessocaster.

Coodercaster fai da te

Tra le varie soluzioni possibili, ovviamente, c’è anche quella adottata da Ry Cooder, vale a dire la modifica di uno strumento preesistente o l’assemblaggio casalingo.

Diversamente da qualche anno fa, per procurarsi le parti elettroniche non è più necessario cannibalizzare una povera lap steel indifesa o comprare su Ebay decine di Goldfoil d’epoca sperando di trovarne uno che funzioni: esistono in commercio repliche più o meno fedeli dei pickup in questione (di questo parleremo in seguito).

Ma quale chitarra usare come base per la costruzione della propria quasi Coodercaster? Il primo consiglio è quello di fare come Ry: se avete una chitarra che sembra suonare particolarmente bene in accordatura aperta o è già stata destinata all’uso con lo slide e si presta alla trasformazione il problema è risolto.

Quali sono le chitarre che si prestano alla trasformazione? Dipende dal grado di fedeltà all’originale che vogliamo ottenere. In generale, però è preferibile un modello con manico bolt on (avvitato) per ottimizzare in modo rapido ed economico l’angolo manico/corpo rispetto al passaggio delle corde nel pickup string through.

Non avrei preclusioni sulle chitarre economiche: ormai esistono strumenti validi anche nelle fasce di prezzo più basse; inoltre la suonabilità di una chitarra destinata all’uso bottleneck si valuta con criteri diversi da quelli standard, e nel caso di una Coodercaster potrebbe avere senso installare un costoso pickup string through su uno strumento che pur suonando bene non permette regolazioni “da corsa” o è dotato di un tremolo rudimentale.

Eviterei però i manici troppo sottili (in questo senso le pur ottime Squier Classic Vibe, perfette sotto altri punti di vista, non mi sembrano ideali), ma è questione di gusti personali.

Come ho già accennato, uno strumento a scala corta (tipo Mustang, Duo Sonic o Jaguar) potrebbe suonare più simile ad una lap steel, cosa di per sé molto interessante, ma è limitato nelle accordature basse.

I dettagli importanti

Quando anche si riuscisse ad ottenere un clone perfetto della Coodercaster originale, il suo suono non può prescindere da alcuni importantissimi dettagli:

Le corde: contrariamente a quanto spesso riportato in articoli poco aggiornati e in moltissimi forum, da almeno 40 anni Cooder usa corde ruvide per lo slide; inoltre, a differenza di altri chitarristi slide che usano corde enormi, sulla Coodercaster usa una muta 12/54 con il sol non avvolto. Un’action non altissima permette l’uso misto dita/bottleneck.

Il bottleneck: Cooder predilige un vero collo di bottiglia, di forma svasata, di vetro industriale, con la superficie non troppo regolare ed un certo peso, e lo ritiene un ingrediente essenziale del proprio suono. Usando il pickup al ponte di una Coodercaster con uno slide pesante in metallo ci si avvicina al suono di una lap steel. Qui puoi trovare tutti i modelli di bottleneck realizzati da QP Slide.

Nel prossimo articolo vedremo cosa offre il mercato nel campo dei pickup per Coodercaster (ve l’ho già detto che l’espianto da vecchie lap steel vi esporrà all’ira funesta di antiche divinità hawaiane, oltre che essere un atto moralmente riprovevole?).

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Stratocaster, Precision, Mustang, Duo Sonic, Jaguar, Fender, Les Paul, Gibson, Squier, Classic Vibe, Valco, Ebay, Eastwood, Supro e National sono marchi registrati e appartengono ai rispettivi titolari, ai quali QP SLIDE non è in alcun modo affiliata.

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Una risposta

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